giovedì 4 marzo 2021

COMPETENZE IMPRENDITORIALI

Ciao a tutti e ben tornati nel mio bolg!
Oggi vi parlo del secondo corso che abbiamo seguito per il PCTO sulla piattaforma LTO Mantova tenuto da Marco Filocamo e Federico Dellanoce.

Anche questo corso, come quello di cui vi ho parlato nel post precedente, è suddiviso in quattro parti: 
-il design thinking; 
-il business model canvas; 
-il business plan; 
-il pitch.

Partiamo dalla prima parte: il design thinking. Negli ultimi anni il concetto di design thinking si è spostato verso l’innovazione di prodotti e servizi. In quest’ottica esso si configura come modello progettuale volto alla risoluzione di problemi complessi attraverso visione e gestione creative. I principi sui quali si basa il design thinking sono 4: creatività, è infatti caratterizzato da strumenti e metodologie che supportano la generazione delle idee come l’How Might We (trasformare i problemi in soluzioni); prototipazione, consente di comprendere in maniera rapida punti di forza e debolezza delle nuove soluzioni da implementare; user contribution, è fondamentale il ruolo che l’utente finale ricopre nel processo di innovazione; durata del processo, varia sempre perché il design thinking predilige fasi e dinamiche divergenti, in cui si generano innumerevoli nuove idee attraverso lunghi momenti di brainstorming. Il design thinking viene utilizzato per progettazione e lancio di startup, progettazione, realizzazione e distribuzione di prodotti e servizi innovativi, formazione, consulenza strategica.

Successivamente abbiamo visto il business model canvas. Il Business Model Canvas è uno strumento strategico di Business Design che utilizza il linguaggio visuale per creare e sviluppare modelli di business innovativi, consente di rappresentare visivamente il modo in cui un’azienda crea, distribuisce e cattura valore per i propri clienti. Tutti hanno la possibilità di comprendere elementi complessi che riguardano il funzionamento di un’intera azienda, in modo semplice ed estremamente intuitivo. Ciò avviene perché esso si basa su un linguaggio visuale rapido da apprendere e accessibile al di là del background professionale: questo permette il massimo allineamento tra le persone coinvolte e, allo stesso tempo, rappresenta il grande vantaggio comunicativo del Business Model Canvas. Può essere stampato in grandi dimensioni per facilitare il lavoro di gruppo; le persone, infatti, possono disegnare e discutere gli elementi del nuovo modello di business con post-it e pennarelli. Grazie a questo approccio dinamico e partecipativo, l’espressione di ognuno viene facilitata in modo del tutto naturale, cosa che, per esempio, avviene con meno facilità in contesti di analisi e pianificazione.

Poi abbiamo affrontato l'argomento del business plan. Il business plan sintetizza i contenuti e le caratteristiche di un progetto imprenditoriale. Viene utilizzato sia per la pianificazione e gestione aziendale che per la comunicazione esterna, in particolare verso potenziali finanziatori o investitori. Un business plan deve contenere: descrizione breve del progetto ed illustrazione del tipo di impresa che si intende creare; presentazione dell'imprenditore e del management; analisi di mercato, indicazioni sul mercato, sulle caratteristiche della concorrenza e su fattori critici; obiettivi di vendita ed organizzazione commerciale; un piano di marketing, una matrice strategica di posizionamento, un'analisi per la campagna pubblicitaria; descrizione della fattibilità tecnica del progetto relativamente al processo produttivo, alla necessità di investimenti in impianti, alla disponibilità di manodopera e di servizi; indicazione del fabbisogno finanziario complessivo e delle relative coperture; informazioni sulla redditività attesa dell'investimento e sui fattori di rischio che possono influenzarla negativamente; indicazione degli investitori coinvolti; sintetica valutazione dell'impatto ambientale del progetto; piano temporale di sviluppo delle attività.

Infine abbiamo affrontato il pitch. Il pitch elevator è la presentazione breve, concisa e incisiva con cui si presenta la propria idea, startup o impresa. Elevator in inglese significa ascensore e quindi proprio metaforicamente si capisce come il tempo di una corsa in ascensore deve essere il tempo, breve, con cui illustrare la propria idea imprenditoriale. Il pitch è una presentazione che va da qualche secondo fino ad arrivare a 20 minuti. Più tempo si impiega a parlare minore sarà l’attenzione del nostro interlocutore. In questo lasso di tempo limitato, si deve descrivere le caratteristiche principali della propria idea (startup o impresa) per riuscire ad attirare la curiosità e convincere l’investitore o semplicemente l’interlocutore, che la nostra idea è fattibile e su essa si può investire. In qualche modo potrebbe essere rappresentato come il primo biglietto da visita. Conta peraltro, oltre che il contenuto, la chiarezza e la precisione con cui si presenta. I pitch si dividono essenzialmente in tre categorie: pitch da 5 secondi, pitch da 10 minuti, pitch più strutturato da 20 minuti. In poco tempo è necessario rispondere a queste 5/6 domande: che problema risolvo o che bisogno soddisfo con la mia idea? cosa fa il mio prodotto o servizio? quanto è grosso il mercato? chi sono i miei competitor? da chi è formato il team? quanti soldi ti servono e come intendi usarli? Per il primo, non potendosi prolungare più di 10 secondi sarà impossibile soddisfare tutti i 5/6 punti, ma dobbiamo rispondere almeno ai primi due. Di solito si colpisce molto l’interesse dell’interlocutore se fai dei paragoni con esempi pratici. Un pitch da 10 minuti, invece, si costruisce su slide, su pdf o su presentazioni di google mettendo nero su bianco i punti toccati nel pitch da 10 secondi ma in maniera più approfondita. Questo tipo di presentazione è necessaria con degli interlocutori che hanno bisogno di maggiori informazioni sulla tua idea di business. Possiamo dividere questa presentazione in 8 punti: titolo (nome e descrizione dell’idea e si forniscono i primi contatti); problema, si analizzano i bisogni e le opportunità che il bisogno o problema può generare; proposizione di valore, deve descrivere il valore aggiunto che apportiamo al cliente con il nostro prodotto o servizio; effetto wow; descrive la magia che c’è dietro all’idea; business model, si illustra il modello di business, si analizza la clientela e i canali per raggiungerla; il team, si descrive da chi è composto il nostro team; analisi dei competitors, mettiamo la nostra idea a confronto con i competitor, analizzando come differenziarci e quali punti migliorare per essere competitivi; strategie di marketing, si illustrano tutte le strategie di marketing che adotteremo o che potremmo adottare per raggiungere la nostra clientela.

Spero che questo post vi abbia fatto scoprire cose nuove e veramente interessanti. Dal primo all'ultimo argomento ho capito quanto tutti questi "step" possano essere fondamentali per riuscire a portare a termine vari obiettivi per la propria azienda e per il proprio business.


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